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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, I, 59
 
originale
 
[59] Zenonem, quem Philo noster coryphaeum appellare Epicureorum solebat, cum Athenis essem, audiebam frequenter, et quidem ipso auctore Philone, credo, ut facilius iudicarem, quam illa bene refellerentur, cum a principe Epicureorum accepissem, quem ad modum dicerentur. Non igitur ille ut plerique, sed isto modo ut tu: distincte, graviter, ornate. Sed quod in illo mihi usu saepe venit, idem modo, cum te audirem, accidebat, ut moleste ferrem tantum ingenium (bona venia me audies) in tam leves, ne dicam, in tam ineptas sententias incidisse.
 
traduzione
 
59. Durante il mio soggiorno ateniese mi recavo piuttosto spesso alle lezioni di Zenone, quello che il nostro Filone chiamava ?corifeo? degli epicurei. Ed era lo stesso Filone a consigliarmi di ascoltarlo, forse - cos? io penso - perch? comprendessi meglio con quanta facilit? si potessero confutare quelle dottrine nell'esposizione dei caposcuola. Orbene, il suo modo di esporre non era quello dei pi?, ma era come il tuo: preciso, pacato ed elegante. Ma mi accadeva allora quello che mi ? accaduto nell'ascoltare te: non riuscivo a concepire che un cos? fervido ingegno (spero che mi perdonerai questa libert?) si perdesse in tali ingenuit?, per non dire sciocchezze.
 

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